La sicurezza del lavoro nel settore della ristorazione

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Il settore della ristorazione fino a pochi anni fa non veniva considerato come uno di quelli più pericolosi in materia di sicurezza sul lavoro, tant’è che esso viene identificato nella classificazione delle attività economiche Ateco 2007 come a gruppo di attività a basso rischio (la potete trovare in questo codice nel sottogruppo 56).

I casi di incidenti e cosiddette “morti bianche” degli ultimi anni, hanno però fatto si che si ponesse maggior attenzione sulla regolamentazione di questa categoria sui rischi della sicurezza in ambienti di lavoro del settore della ristorazione.

Basandoci su quello che è stabilito dall’Accordo Stato Regioni del 21.12.2011, i dipendenti sono tenuti a frequentare il corso di formazione previsto per attività a rischio basso:

  • 4 ore per la formazione generale
  • 4 ore per la formazione specifica

La problematica della sicurezza sul lavoro nel settore della ristorazione è da considerarsi, quindi, del tutto prioritaria, e sia titolari che lavoratori dipendenti devono prestare sempre attenzione a far si che il lavoro venga svolto all’interno di un ambiente ben tenuto e con metodologie di lavoro che consentano di minimizzare i seguenti rischi:

sicurezza lavoro ristorazione

  1. Ferimento causato da attrezzature taglienti

Si tratta di uno dei rischi più comuni nel settore della ristorazione, in quanto gli alimenti sono spesso manipolati e affettati per la vendita o per essere cucinati direttamente sul posto. Può spesso capitare, quindi, che gli addetti si taglino compiendo un movimento errato, oppure che uno strumento di taglio venga lasciato in un luogo non idoneo rispetto a quanto previsto. In questo caso gli addetti devono adeguarsi con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, principalmente dei guanti antitaglio.

In questo caso è fondamentale che il datore di lavoro consegni gli appositi DPI, sanzionando gli addetti che per loro negligenza non li indossano durante le operazioni di trattamento degli alimenti.

Un altro aspetto cui prestare attenzione è quando il datore di lavoro non consegna delle attrezzature realmente a norma (sprovviste di dichiarazioni di conformità, oppure particolarmente vecchie).

Ovviamente la negligenza non è un aspetto di poco conto; un lavoratore che subisce un incidente con uno strumento di taglio per non aver rispettato le norme di sicurezza previste, rischia di non vedersi riconosciuto alcun tipo di rimborso per spese mediche dall’INAIL.

pavimento bagnato

  1. Ferimento causato da scivolamento

Anche questo rischio non deve assolutamente essere sottovalutato, in quanto molto frequente nel settore della ristorazione. In questo caso il datore di lavoro è obbligato a consegnare delle scarpe antinfortunistiche, ma allo stesso tempo il luogo di lavoro deve possedere delle pavimentazioni regolari, senza protuberanze o altre eventuali sconnessioni. In caso poi di pavimentazione bagnata dovuta a regolari operazioni di pulizia, è obbligatorio un cartello che segnali il pericolo di pavimentazione bagnata.  

  1. Problematiche di salute derivanti dal lavoro manuale con carichi pesanti o per posture erette mantenute troppo a lungo.

In questo caso è necessario che il datore di lavoro nomini un medico cosiddetto competente, il quale sottoporrà i dipendenti a visite di controllo periodiche o su richiesta del lavoratore stesso. Al medico competente spetta (sempre sulla base del Testo Unico D. Lgs 81/2008 e s.m.i.) l’obbligo di comunicare ed emettere un giudizio di idoneità sul lavoratore. Il controllo medico è in questi casi fondamentale per evitare l’insorgenza di patologie dovute al protrarsi di condizioni lavorative non idonee.

  1. Altri rischi da tenere sotto controllo

Ovviamente una lista completa di tutte le possibili fonti di pericolo è complessa da definire in questa sede, in quanto dipende molto anche dal tipo di attività di ristorazione con la quale abbiamo a che fare. Sotto questo punto di vista è fondamentale che venga redatto correttamente il cosiddetto Documento di Valutazione dei Rischi (o DVR), che può considerare tutti i possibili rischi per la salute del lavoratore. Tra questi segnaliamo sicuramente l’esposizione a fonti rumorose. L’inalazione di polveri, ma anche le ustioni (molto frequenti e per le quali ci si può difendere con l’utilizzo di appositi guanti anticalore), o la caduta di materiale non correttamente stoccato sulle scaffalature (dovute a un loro errato posizionamento o perché posizionate su strutture non perfettamente ancorate al suolo), o l’utilizzo errato di sostanze detergenti.

Abbiamo visto in precedenza dell’importanza del ruolo dell’RSPP, e che vi è la possibilità di frequentare un apposito corso di formazione da parte del datore di lavoro. Non sempre, però, è possibile che sia questo soggetto a dover farsi carico di questo compito; il D. Lgs. 81/08 e s.m.i. prevede che il datore di lavoro nomini un RSPP anche in presenza di un solo lavoratore. Il soggetto nominato, interno o esterno a seconda dei casi, avrà il compito di  coordinare l’intero servizio di prevenzione e protezione e dovrà provvedere ad individuare tutti i fattori di rischio, farne un’attenta valutazione e individuare quali sono le misure da attuare per diminuirli il più possibile.

Per l’assunzione di questo importante compito, ovviamente, non ci si può affidare al caso ma scegliere una società esperta nell’erogazione di servizi di consulenza, che non lavora solitamente nel campo della ristorazione. Oggi queste società sono presenti in ogni regione d’Italia ed hanno il compito di erogare corsi di formazione per dipendenti e datori di lavoro di ogni settore lavorativo, offrendo consulenze in materia di sicurezza nei cantieri, oltre al compimento di indagini ambientali e strumentali.