Le imprese alimentari domestiche possono essere una nuova realtà di business. Sul piano giuridico le imprese alimentari domestiche svolgono un’attività di lavoro indipendente. Questo significa che è la singola persona che decide di auto impiegarsi creando un lavoro attraverso la propria opera e abilità, in una visione a tutti gli effetti imprenditoriale, anche se nello specifico si tratta di una micro-attività produttiva. Dal punto di vista della normativa di settore, l’impresa domestica è inquadrabile nel settore artigianato. Secondo l’art. 2083 del Codice Civile nei piccoli imprenditori rientrano gli artigiani, è bene precisare che la legge quadro sull’artigianato Legge 8 agosto 1995 n.443 stabilisce che l’artigiano è colui che svolge l’attività in misura prevalente, anche manuale, nel processo produttivo. Questo significa che se ho già un lavoro, devo valutare quanto incide il primo e quanto il secondo. Per esempio, se ho un rapporto di lavoro come dipendente a tempo pieno e l’attività domestica la svolgo nel tempo libero, è chiaro che l’impegno principale è quello da dipendente e quindi mi manca un requisito per essere artigiano. Nel caso invece fossi disoccupato il lavoro domestico potrà essere considerato il principale. Se invece ho un’altra attività d’impresa, e per una metà di tempo conduco la mia impresa domestica, in questo caso la microimpresa domestica non può essere artigiana, in quanto manca il requisito importante previsto dalla legge sull’artigianato. Inoltre se ho già una partita IVA per attività individuale si dovrà prevedere una estensione delle attività svolte. L’Impresa alimentare domestica ad oggi va iscritta alla Camera di Commercio, tra le riforme in discussione c’è appunto l’abrogazione di quest’obbligo. Su questo punto vedremo i prossimi sviluppi. Secondo l’Unione Europea una Impresa domestica è definita come un’impresa il cui organico sia inferiore a 10 persone e il cui fatturato annuale non superi i 2 milioni di euro. Le Imprese alimentari domestiche sono considerate attività d’impresa a tutti gli effetti.
Una sintesi dei passaggi per avviare un’Impresa Alimentare Domestica:
– Seguire un corso per ottenere la certificazione HACCP (Hazard-Analysis and Critical Control Points)
– Fare domanda al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive)
– Presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)
– Fare i lavori di adeguamento in casa
– Iscriversi alla CCIAA (Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura)
Vuoi produrre e vendere alimenti fatti in casa da te?
Se ti necessita un corso di formazione o una consulenza
contattami al 3481075965
food coach De Nigris